Dedico questo breve articolo agli albergatori in cerca di dipendenti, e ai non ancora dipendenti che desiderano trovare un lavoro in albergo, e tra questi soprattutto ai giovani freschi di studi che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro. Ma in realtà lo scrivo pensando a tutti gli imprenditori e a tutti gli aspiranti lavoratori, qualunque sia il settore di appartenenza della loro azienda.
Voglio parlare soprattutto dell’atteggiamento che gli appartenenti alle due categorie dovrebbero avere gli uni nei confronti degli altri. E lo voglio fare in un modo un pò particolare, attraverso un film che ho visto poco tempo fà e che mi ha dato davvero molti spunti di riflessione sull’argomento.
Una commedia apparentemente leggera, di quelle che di solito si guardano stravaccati sul divano mentre si sgranocchiano pop-corn e si beve una Coca Cola, ma davvero ricca di significato. Sto parlando di The Intern, che nel 2015 è uscito in Italia con il titolo di Lo Stagista Inaspettato.
E nel cast Robert de Niro, che nei panni di Ben Whittaker, un pensionato vedovo che a 70 anni decide di rimettersi a lavorare dopo una carriere lunga e gratificante, perchè a casa si annoia. E lo fà presentandosi ad un colloquio per la posizione di stagista in una start-up di Brooklyn che si decida alla vendita di capi di abbigliamento e accessori online. Viene assunto in prova con non poche perplessità della responsabile, una giovane rampante che potrebbe quasi essere sua nipote, e si rivela immediatamente una pedina fondamentale per l’azienda, per tre ragioni: il suo contributo nel miglioramento del clima aziendale, la sua lunga esperienza lavorativa, e il legame di fiducia che si instaura con la responsabile, che pian piano va oltre l’aspetto lavorativo.
Qui sotto trovi il trailer da YouTube, mentre il film lo puoi vedere su tutte le principali piattaforme di streaming tra le quali Netflix. E vedrai che guardandolo sarai d’accordo con me su alcune considerazioni che faccio qui sotto, mettendomi sia dalla parte degli imprenditori che dalla parte dei dipendenti, soprattutto di quelli che aspirano ad esserlo. E che per l’appunto entrano in azienda con il ruolo di stagista.
Partiamo da te “stagista”. Ti sei appena diplomato o addirittura laureato, o magari ti sei preso un bel Master, probabilmente anche a pieni voti. Ti sei messo in tiro per la discussione, i professori, gli amici e i parenti ti hanno stretto la mano, ti hanno messo in testa la corona d’alloro, hai fatto una grande festa con tanto spumante e tanti regali. E ti senti un grande. Ti senti pronto a spaccare il mondo. Ma al di là della teoria che hai studiato e che magari sai a memoria, non sai un cazzo. 0 assoluto. E non hai ancora dimostrato nulla a parte essere arrivato ad avere in mano un bel pezzo di carta, che se vuoi un consiglio devi mettere il prima possibile in un cassetto e dimenticarti della sua esistenza. Come se non fosse mai esistito! Aspetta almeno 10 anni prima di incorniciarlo ed apprenderlo. Mettitelo subito in testa, perchè questo ti aiuterà a evitare di correre in lacrime dalla mamma solo dopo 3 giorni di lavoro. No, scusa, di stage: ti avevo già elevato a dipendente.
Umiltà, umiltà, ancora umiltà, amiche e amici miei. Questa è la prima dote, la più importante, quella che vi dovrà accompagnare lungo tutta la vostra carriera, fino al giorno prima di andare in pensione. Perchè solo l’ultimo giorno avete il diritto di tirartvela un pò. Ma poi c’è chi, come il protagonista del film, decide di ritornare a lavorare pur essendo in pensione, con la stessa umiltà di prima. Mettendosi alla prova in un’azienda assolutamente diversa da quella nella quale ha lavorato per un sacco di anni: un e-commerce, modello di business che durante i suoi anni di lavoro nemmeno esisteva. E con un bel bagaglio di saggezza da mettere disposizione dei colleghi di 40 anni più giovani di lui, sicuramente più tecnologici, con mansioni dal nome fighissimo, ma emotivamente molto più fragili. E sicuramente molto più inesperti anche se il più inesperto in quel contesto sembra proprio lui. Ma non fatevi ingannare dall’apparenza.
Umiltà ragazzi, e ve lo dice uno che ha imparato ad averne. Ero probabilmente come siete voi adesso, ma tante mazzate sulla testa mi hanno insegnato ad abbassare la cresta e a rendermi conto che dovevo imparare. E adesso, dopo vent’anni di lavoro, penso di poter osare ad aprire la bocca per dire la mia anche se non mi viene chiesto, ma comunque ho sembre ben chiaro che devo imparare di più e mi sforzo di farlo. Leggo, studio, ascolto gli altri, cerco di avere un approccio sì critico ma costruttivo, e osservo. E quando osservo sto muto. E lo faccio anche sto osservando qualcuno più giovane di me o apparentemente meno qualificato di me.
Ecco quello che devi fare quando entri in un’azienda da stagista: cerca di essere curioso, osserva, fai in modo fi farti coinvolgere, non guardare l’orologio perché dovresti essere così interessato a quello che stai imparando da non renderti nemmeno conto che le lancette al tuo polso si muovono. E cerca di non lamentarti. Nessuno vuole avere tra i piedi i lamentosi, e il primo che non li vuole tra i piedi sono proprio io. Siete un bel gruppo voi lamentosi, ma sarete sempre più soli tra di voi perché la selezione naturale vi farà uscire dalle imprese, probabilmente ancora prima da entrarci con un contratto in mano. Altre due doti indispensabili che non hai sicuramente se sei un lamentoso: la positività e la serenità. Stessa storia: se non sei positivo e sereno non ti integrerai, e prima o poi ti eliminerai o ti elimineranno dal gioco. È più probabile che pensi di eliminarti senza nemmeno accorgerti che in realtà sono i capi e i colleghi ad eliminarti. Gli stronzi, come li consideri tu, che ne hanno le tasche piene (per essere gentile), del tuo atteggiamento!
Adesso parliamo invece di te “senior”, che vuoi cambiare posizione o magari hai perso il lavoro e ti senti frustrato perchè pensi che ti considerano troppo vecchio per ricominciare in un’altra realtà o perchè pensi che nessuno ti voglia assumere proprio perchè non sei più di primo pelo. Non proiettare sugli altri quello che tu in realtà pensi di te stesso. Ascolta un consiglio da amico, che tra non troppi anni farà parte del tuo stesso club: questi sono stati mentali negativi che sicuramente condizionano il tuo operato e il risultato. Non è il sistema che ti esclude ma sei tu che troppo spesso ti metti nelle condizioni mentali per escluderti da solo. Tu porti con te la tua esperienza professionale e umana, che non solo puoi usare per far avere più successo alla realtà che avrà la fortuna di volerti, ma che puoi usare anche per guidare i più giovani. Ma non andare nemmeno all’estremo opposto e non cadere nella trappola di considerarti superiore a quelli più giovani di te, tra i quali c’è magari anche il tuo capo, che in virtù di questa posizione gerarchica devi ascoltare, con la stessa umiltà di chi deve essere sempre pronto ad imparare. Insomma, è un dare e ricevere, e l’età è fondamentalmente solo un dato anagrafico. Puoi guidare anche lui, facendogli capire come può essere migliore, ma senza cercare di spodestarlo o di metterlo in imbarazzo.
Impara da Ben Whittaker, che come ti ho detto ha come capo una giovane donna che potrebbe tranquillamente essere sua nipote, che prima lo snobba, poi gli fà fare il caffè, poi per un caso fortuito lo promuove ad autista, fino a che si rende conto che lui può dare molto di più alla sua azienda, sia dal punto di vista emotivo che di competenze professionali, anche se del settore specifico non sà praticamente nulla. Ma è stato lui a conquistarsi la sua fiducia, usando un’estrema discrezione ed empatia, senza mettere mai in discussione il suo ruolo. E così, in breve tempo, è diventato il suo assistente personale, quasi un angelo custode, incaricato di occuparsi di questioni molto delicate. Ma allo stesso tempo è riuscito, con la simpatia, a integrarsi anche tra i dipendenti più giovani, che l’hanno preso a modello.
E adesso parliamo di te, “imprenditore o responsabile”, che spesso ti senti la prima donna, e che guardi tutti dall’alto del tuo piedistallo solo perchè sei l’imprenditore. Magari sei il proprietario solo perchè l’albergo o l’azienda ti è arrivato in eredità dai tuoi genitori e a loro volta dai loro genitori, quindi diciamo la verità: non hai sudato molto per diventare il capo. Certo, avresti potuto vendere e darti alla bella vita, e invece hai deciso di stare lì 14 ore al giorno a lavorare. Ma questo non è un motivo sufficiente per comportarti in modo superficiale con i tuoi collaboratori, che ti ostini a chiamare dipendenti e a considerare risorse umane, termine che detesto perchè in qualche modo induce a pensare a qualcosa che puoi prendere o buttare a seconda di come tira l’aria o a come ti svegli alla mattina.
Caro imprenditore, i tuoi collaboratori sono il cuore della tua azienda. Senza di loro non sei nessuno e non puoi andare da nessuna parte, quindi vedi di dar loro la giusta importanza e di ringraziarli per il lavoro che fanno per te ogni volta che ne hai l’occasione. Non cercare di risparmiare sui tuoi collaboratori perché non sono un costo, ma un investimento. Senza i tuoi collaboratori non puoi avere clienti, e se i tuoi collaboratori non sono contenti e motivati non potrai avere clienti soddisfatti, e quindi non potrai avere un’azienda che genera soldi. Ficcatelo bene in testa! Ti torna quello che sto dicendo o pensi che sia del perbenismo di uno che la fa facile solo perché fa il consulente e i soldi da investire nell’azienda non sono i suoi?
Anche se magari in questo momento mi stai odiando perchè ti sto mettendo di fronte alla cruda realtà, segui i miei consigli e presta molta attenzione al benessere dei tuoi collaboratori e al clima aziendale, perché questo si ripercuote positivamente sulle possibilità di successo presenti e future della tua azienda, soprattutto se questa è un albergo. Cerca di creare uno staff costituito da persone con esperienza, competenze e caratteristiche personali diverse, impegnati per farle amalgamare tra loro così che si influenzino le une con le altre, come un bravo direttore d’orchestra che deve dirigere decine di strumenti per fare in modo che ne esca una sinfonia stupenda, e soprattutto percepibile come tale dai tuoi clienti. La bacchetta che devi usare è il tuo stile di leadership, che non deve essere basata sull’imposizione ma sull’esempio, non sull’autorità ma sull’autorevolezza, due approcci ben diversi, e se non capisci la differenza chiedi a Google.
Vuoi avere un’orchestra di successo? Investi concretamente sui giovani, per fare in modo che esprimano il loro potenziale, magari anche semplicemente concedendogli la chance di uno stage, che però devi considerare un momento formativo, l’occasione concreta per plasmare un futuro professionista che potrà lavorare con te per molto tempo. Ma lo stagista lo devi pagare, perchè se anche è stagista sta lavorando e ti sta aiutando, e lui le spese ce le ha, così come le hai tu: uno stagista non vive d’aria. E si merita soldi, non li deve andare a chiedere ai genitori! Hai paura che poi alla fine se ne vada? Amico mio, questo spesso e volentieri dipende da te. Se vuoi andare avanti ad avere stagisti per risparmiare sul costo del lavoro, è un bene per lui andarsene. Se invece ti rendi conto che è valido e lo vuoi tenere, ti consiglio di fargli un bel contratto di lavoro a tempo indeterminato e di coccolarlo, per avere il privilegio di averlo nella tua orchestra anche in futuro.
Ma come Ben Whittaker, il protagonista del film, ci sono anche tanti lavoratori senior che possono dare tanto, tantissimo alla tua azienda, e aiutarti anche a sviluppare le competenze dei più giovani, ma anche le tue. Anche se tu sei l’imprenditore e spesso nella tua testolina hai la distorta convinzione che non hai nulla da imparare. Sbagliato! I senior portano con loro esperienze professionali, portano con loro esperienze personali e umane che possono fare la differenza. Quindi sfruttale!
E più in generale coinvolgi il tuo staff in tutte le occasioni, anche quando si tratta di prendere delle decisioni strategiche per l’azienda. Perchè oltre ad avere tanti nuovi punti di vista che ti assicuro possono essere molto efficaci e creativi anche da chi hai assunto per una mansione che apparentemente è secondaria, questo atteggiamente ha strepitosi benefici sulla motivazione dei tuoi collaboratori, che così si sentono più importanti. E che per questo si impegneranno a produrre di più, con il risultato che TU potrai fare più soldi. Molti di più!
© Federico Belloni (tutti i diritti riservati)